venerdì 13 luglio 2012

Red ribbon


Seduto sotto l'ombrellone messo di sghimbescio, a proteggersi dalla luce calda e satura delle tre, sul lungomare affollato, Claudio legge.
Rincorre lettere e parole, avanti e indietro, prova a fermarle, ma il pensiero non ne vuole sapere, e sale. In alto, irriverente e libero, planando sul gommone giallo, nel quale due ragazzi si avvicinano lenti, occhi negli occhi. Le mani di lui sugli avambracci di lei. Ecco, il pensiero passa di lì, nello spazio tra i due che va via via riducendosi, uno spazio denso di vita e domande.
Poi ancora su, sopra i tavolini del bar, sentore di cocco e pittura ad olio, azzurra, che rifrange il sole.
Due signore raccontano, le gambe allungate nei pareo, i bicchieri bagnati di condensa. E le frasi salgono, il pensiero le raccoglie, le assaggia.
Richiama il suo pensiero Claudio, lo vuole con sè. Ma quello scalcia e tira, fino all'ultimo prova a continuare la corsa. Si aggancia tra gli asciugamani e le borse di paglia, poco lontano, e Claudio si volta, prova a farlo tornare, ma non c'è verso.
Rimane lì, dove una bambina con piccole mani abili e sicure spazzola i capelli ad una donna bionda, in un costume nero, seduta all'indiana.
La donna ha gli occhi chiusi, tiene la testa reclinata indietro e la bambina fa scorrere lenta la spazzola, dall'alto in basso, con gesti profondi e ipnotici. Ad ogni colpo di spazzola la donna si allunga, inarca leggermente la schiena. Sussurrano, sorridono.
Ed ecco che la bambina fa apparire un nastro rosso, lucente e vivo. Raccoglie la massa dei capelli, che annoda con il nastro, e che lascia poi cadere, pesantemente. Ammira l'effetto, soddisfatta.
La donna si volta, apre gli occhi, scrolla piano la testa. Si alza, porge la mano alla bambina e assieme si allontanano, verso il mare.
Claudio le osserva camminare, morbidamente sulla sabbia. E il suo pensiero è sempre lì, ora fra i loro piedi che affondano, ora a volteggiare attorno al nastro rosso, come una piccola mosca molesta. 
Claudio può vedere, restando seduto e fermo, il nastro sciogliersi e liberare poco a poco i capelli, quindi cadere lieve sul bagnasciuga.
E' un attimo. E' un attimo alzarsi rapido, raccogliere il nastro, avvolgerlo intorno al pensiero (che docile, si lascia fermare) e perdersi fra gli ombrelloni.

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