sabato 5 maggio 2012

Volo

Glielo racconta così, lieve, come parlasse della pioggia che lo ha sorpreso a quel concerto o di un nuovo locale aperto da poco, dove fanno un ottimo Mojito.
Sì insomma, che l'ha sempre amata.
Linda non fa in tempo a portarsi la ciocca scura dei capelli dietro l'orecchio - sfugge a ogni controllo e mai sta al suo posto - che ogni parola si posa. Una sulla spalla, un'altra, più ardita, nell'incavo dell'osso scapolare. La terza, senza ritegno, sfiora una tempia.
Dell'ultima Linda segue con gli occhi i lenti volteggi, il suo alato planare. Allunga una mano e la prende, chiudendo piano le dita, come si fa raccogliendo uno scarabeo lucente, un uccello implume.
Non le resta che arrendersi all'evidenza di quel sempre, dal suono pieno, come una tazza di porcellana appoggiata troppo in fretta sul piattino.
E lasciar cadere quella ciocca, che mai sta al suo posto.

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